Se Israele ascoltasse!

 

Dopo notti insonni

E giorni di angoscia

Queste parole mi sono uscite dal cuore:

Israele sta allevando i suoi nemici,

li nutre con le bombe e con i razzi,

li ingrassa con la fame e la miseria.

 

Ma Abramo suo servo,

e Israele suo eletto,

Lui li chiamò perché fossero

Luce delle nazioni

E i popoli, ammirandoli, lo benedicessero.

 

Che ne hai fatto, Israele,

della tua eredità,

del servizio che ti aveva affidato?

 

“Non ho potuto, non ho potuto,

le genti mi perseguitavano,

mi hanno quasi distrutto”

 

Ma adesso sei libero, sei forte,

raduni i tuoi figli da ogni parte della terra,

ricchi di saggezza, di sofferenza, di umanità:

questa è l’ultima chiamata,

l’ultima possibilità

che il tuo Dio ti offre:

come la stai usando?

 

Torni a confidare nei carri e nei cavalli,

nelle fragili alleanze terrene,

la tua luce non illumina, ma esplode e colpisce.

Hai mescolato la tua terra alle nazioni,

ora segui i loro sentieri

e avrai la loro sorte.

 

Non invocate Dio per i vostri affari,

non profanate il Suo nome!

Egli andrà a cercarsi i Suoi eletti

Tra i poveri del mondo, tra coloro

Cui la vita e la dignità sono tolte, tra coloro

Che donano la vita e non la tolgono,

per restaurare il diritto e operare la giustizia,

che amano il forestiero come il fratello,

il nemico come loro stessi

perché rimanga confuso e si chieda:

chi è il tuo Dio?

 

E tu che sai queste cose,

se c’è qualcuno in mezzo a te che le osservi si faccia avanti,

sarà annoverato tra i profeti

e la sua parola sarà detta Parola di Dio.

Perché il tuo Dio è un Dio misericordioso,

pronto al perdono e lento all’ira:

ascoltalo, Israele!