AEE3

NOTA SULLA TERZA ASSEMBLEA ECUMENICA DELLE CHIESE

SIBIU 4-9 setttembre 2007,ad uso del Collettivo europeo delle Cdb.

 

(il carattere - confini e limiti – della presente nota è quello di una testimonianza vissuta in full imersion; non intende essere, quindi,una specifica esegesi dei documenti e neppure una completa ed esaustiva analisi dei comportamenti di ogni singola componente della assemblea)

 

I capitoli della Assemblea sono stati essenzialmente tre:

>> le questioni teologiche e dottrinali

>> le questioni etiche

>> il rapporto con l’Europa e la società europea ( e mondo)

(Normalmente- tradizionalmente - si ritiene che solo le questioni teologiche e di dottrina costituiscono il tema “vero” e “fondamentale” del percorso ecumenico. A prescindere dalla “volontà” degli organizzatori, l’impostazione dell’assise e il suo svolgimento dimostrano con chiarezza che “ormai” le cose non stanno più così.

In ogni caso ritengo sia corretto – anche dal punto di vista della realtà concreta dell’agenda, del tempo dedicatoe dei comportamenti delle Chiese nella Aee3 – considerarei tre capitoli sopra richiamati di pari dignità; conseguentemente considerare che le tematiche non strettamente dottrinali/interconfessionali siano ormai componente sostanziale dei percorsi ecumenici).

1. le questioni teologiche e dottrinali

Gli interventi fondamentaliper la valutazione di questo primo gruppo di problematiche sono:

  • Walter Kasper
  • Wolfang Huber

Walter Kasper – sessione di apertura del 5 settembre –

“La questione dell’unità deve inquietarci; essa deve ardere dentro di noi.

Cosa possiamo fare?

Prima di qualsiasi terapia deve esserci l’analisi.

La mia Chiesa, la Chiesa cattolica, ha recentemente messo in evidenza in un documento della CdF tutte le differenze che purtroppo esistono (…) volevamo rendere testimonianza della Verità. (…) Un ecumenismo di coccole o di facciata in cui si desidera solamente essere gentiligli uni con gli altri, non aiuta a compiere progressi; solamente il dialogo nella verità e nella chiarezza può sostenerci nell’andare avanti”.

Wolfang Huber- stessa sessione –

“La Cdf de la Curie romaine a rejet, voicì quelques mois, des conceptions qui auraient cours au sein de l’Eglise catholique, mais seraient erronées, selon la Congregation. Elle a donc réiteré un passage très malheureux, du point de vue oecumenique, de la Declaration « Dominus Jesus » de 2000, dans la quel le Vatican déclare que les Eglises issues de la Reforme ne sont pas des Eglises au sense du terme. (…) Un Eglise qui pretend etre la seul actualisation appropriée du fondement qui est Jesus Christ, seule a etre « Christ existant en tant que communauté », degrade inevitabilment pes autres Eglise et les empeche de rayonner et de luire ensemble. (…) Pour les Eglisesprotestantes le respect pour la qualité ecclesiale des autres est de ce fait indispensable ; il fonde l’unité dans la diversité et ouvre la voie à une diversité reconciliée ».

2. le questioni etiche

Gli interventi fondamentali per la valutazione di questo secondo gruppo di problematiche sono:

Metropolita Cirillo di Smolensk e di Kalingrad – sessioneplenaria del 5 sett. –

“ Il esiste une coincidence rivelatrice entre la nouvelle approche morale de certains milieux chretiens et le paradigme de la societé seculiere postmoderne(…) Peut-etre, une telle vision est-elle justifiée dans certaines parties da la società, mais elle ne peut trouver de justification dans le domaine de la morale chretienne. Les cryants ne peuvent reconnaître en meme temp la valeur de la vie et le droit à la mort, la valeur de la famille et les unins du meme sexe, les droits de l’enfant et la possibilité de detruire les embrions humains a des fins medicales ».

Patriarca ecumenico Bartolomeo -sessione plenaria di apertura 5 sett. –

“E ugualmente sottolineiamo con fermezza l’importanza del rispetto per la vita, il valore supremo del matrimonio e della famiglia, il sostegno e l’assistenza ai poveri, il perdono e la misericordia”.

3. il rapporto con l’Europa.

Gli interventi e i momenti per la valutazione dell’approccio alle tematiche di questo importante filonedel dibattito sono:

  • il discorso del presidente della Commissione U.E. José Manuel Durao Barroso: “ La diversità réconcilié dans une Europe unifié”,

“ Tous les forme d’expression de la dimension culturelet spiritual de l’homme doivent pouvoir coexister en Europe; (…) Il faut que puissent cohabiter ici le chant profane et les cantiques sacrés qui s’elevent dans les eglises, les synagogues, les mosquées et autres temples religiuex….

Les Eglises et les autres communautés confessionnelles peuvent contribuer à une meilleure compréhension entre les gens par la promotion du respect mutuel partagées…L’Europe est, et sera de plus en plus, un continent multiethnique, multicultrel et multi religeux (….) un nombre de plus en plus important de communuatée musulmanes, hindoues, bouddhistes et skhs, qui lui donne un phisionomie nouvelle. (…) Le dialogue avec les differentes eglises, communautés confessionnelles et communuatés de convinctionet la defense intransigeante de la liberté de religion (ainsì que la liberté de ne pas avoir de religion) traduisent la reconnaissance de cette diversité et ce pluralisme qui sont au coeur de notre idéed’Europe. (…)Paul Valery qui a defini l’esprit européen comme le resultat d’un triple heritage, s’exprimant dans la triade « Athenes, Rome et Jerusalem » c'est-à-dire la philosohie, le droit et la religion ; la triade de la raison, de la loi e de la morale, qui a ete à l’origine de ce nous appelons aujourd’hui la civilasation européenne. Dans l’histoirede cette civilasation, le christianisme et ses diverses confessions ont ete un force qui a permis d’integrer les multiples apports des differents peuples. (...) . L’Europe est profondement attachée à l’humanisme et à la democratie, qu’elle a « inventés » (….)

Nota :la frase in rosso è stata pronunciata dal presidente (l’ho ascoltata io stesso) e si ritrova nel testo pubblicato nel sito della Commissione (da cui io la cito testualmente !), ma non si ritrova nel testo diffuso ai partecipanti nel corso della Assemblea!!

Tutto il discorso del presidente andrebbe studiato e riflettuto (area specifica di lavoro per le Comunità di base europee?)

  • il forum dedicato: “ Costruire l’Europa…”; conl’intervento (piuttosto inusuale e, quindi, da ritenere non casuale nell’insieme della strategia comunicativa e sostanziale della Assemblea!) pronunciato dal presidente della KekJean-Claude de Clermont : “Perspectives pour un dialogue accru entre politiques et religions”

Mais precisement de quel dialogue s’agit-il ici? Y a-t-il veritablement dialogue parce qu’il y a rencontres et meme echanges de vues ? De cela je doute parfois ! (….) J’ai le sentiment souvent que nous allons a Bruxelles pour le symbole, pour la photo” (…) C’est bien ce qu’a envisagé le texte di Traité Constitutionnel européen dans son artiche 51 en parlant de « maintenir un dialogue ouvert, transparent et régulier avec les Eglises et les associations ou communautés religieuses » en « reconnaissant leur identité et leurs contributions specifiques ». Cet article est remarcable à plus d’un titre, par son parallelisme avec l’article 47-2 (…).

L’Europe, tentée d’oublier le projet que j’appelle « spirituel » au benefice du grand marché. (….)Prenons un exemple : faut-il que la Turquie entre dans l’Europe ? …integrer la Turquie c’est integrer un pays plus peuplé que tous les autres grands pays européens! C’est integrer un pays majoritairement musulman !Pouvons nous crhetiens entrer dans ce debat avec des arguments specifiques ? (et apres il pose la question des armeniennes). ( ….) L’Europe que nous voulons est une Europe humaine. (….) L’Europe ne se fera pas sans les religions. (…)”.

Nota: il testo dell’intervento diDe Clermont andrebbe letto integralmente e riflettuto, considerando sia il rilievo del personaggio (presidente della KEK) sia la confessione ( protestante) sia la nazionalità (francsese…la laicité !!?).

Cosa significa – politicamente – questo intervento? E’ un messaggio agli ortodossi e ai cattolici conservatori (“ oltre questo limite, noi protestantinon siamo disposti ad andare”), oppure è una “deriva religiosa” alla quale ormai tutte le confessioni cristiane europee sono approdate?

  •  
  • l’insieme dei “discorsi”, dall’inizio alla fine (comprese le celebrazioni di piazza ele celebrazioni liturgiche) pronunciati dai diversi esponenti delle Chiese. Tutti – sia nel corso del dibattito vero e proprio, sia nelle celebrazioni liturgiche, sia negli interventi esterni, nella piazza ecc. – sempre inserivano la critica sulla perdita dei valori dell’Europa. Usando il termine “ europa”come “unione europea”, “l’insieme delle nazioni europee”, “l’attuale europa e l’europa storica”, ecc.ecc. indifferentemente. Un esempio per tutti: “ Purtroppo l’Europa ha tradito la sua missione: nelle numerose guerre tra popolazioni cristiane, nello sfruttamento e nell’assoggettamento coloniale, ecc.ecc.” (così, Walter Kasper).

 

Nota: considerando il discorso del presidente della Commissione (alla Assemblea hanno partecipato anche due Commissari – il rumeno e lo slovacco, questi responsabile della Cultura, era il diretto interlocutore del discorso di De Clermont; inoltre ha partecipato ed è intervenuto il presidente del Consiglio d’Europa – una istituzione alla quale le Chiese fanno molto riferimento) si potrebbe legittimamente affermare che la critica corrosiva all’Europasenza valori sia una vera e propria opposizione ai valori laici che in quel discorso vengono riconfermati. Si potrebbe ritenere che in questo ambito preciso ci sia un campo di lavoro per le Comunità di base europee?

 

Note specifiche su :

a: la pace

A giudizio dei delegati (ufficiali.. pax Christi internazionale..)tutta la problematica della Pace è stata trattatacon superficialità e incompetenza. Una sorta di ripetizione di vecchi approcci, datati e fuori tempo. Solo dopo reiterati critiche, si è preso coscienza delle “novità” (anche di linguaggio) di cui dovevasi prendere atto: guerra preventiva, riarmo nucleare, la guerra come strumento per la soluzione dei conflitti internazionali, ecc. ecc.. Tuttavia solo in parte questi concetti sono presenti nel Messaggio finale.

b: le migrazioni

Questa problematica era programmaticamente molto all’attenzionedegli organizzatori: in un duplice approccio. Quello tradizionale: l’accoglienza caritatevole degli immigrati. E quello nuovo ed ecclesiale della apertura delle chiese ai fratelli e alle sorelle immigrati cristiani, in termini di paritaria partecipazione alla vita delle stesse. (per i non cristiani, vedi dopo). Nel corso del dibattito, la seconda accezione ha guadagnato qualche posizione (vedasi anche Messaggio).

 


Osservazioni specifiche sulla genesi, la conduzione e l’approdo del MESSAGGIO

Il percorso per la stesura è stato il seguente:

  • ogni confessione ha designato due rappresentanti
  • questi costituivano una Commissione per la stesura del Messaggio
  • le bozze sono state tre
  • nellaquarta giornata è stata diffusa la prima bozza e doveva essere previsto una prima reazione dei delegati (ma poi o per imperizia della presidenza di turno o per volontà essa è saltata). La prima bozza era veramente povera e insignificante
  • In teoria era sempre aperta una sorta di “cassetta della posta” nella quale chiunque poteva depositare suoi emendamenti o osservazioni o aggiunte
  • Nella quinta giornatasono corsi ai ripari (nel frattempo si erano verificati: il forum alternativo, le assemblee nazionali, i mugugni, ecc. ecc.) e hanno organizzato una vera “audizione” ( cioè la sfilata di circa 50-60 delegati al microfono per la pubblica espressione di suggerimenti ecc. ecc.). In effetti questo evento piccolo ha dato una sorta di fotografia del pluralismo esistente, silente, “represso”.
  • Penso che qualche delegato sia stato mandato al microfono anche per consentire ai redattori qualche “colpo di mano”); infatti, verso la fine della “sfilata” dei delegati,un partecipante, dichiaratosi: delegato della prelatura francese dell’Opus Dei ha richiesto il seguente emendamento: “è necessario che nel messaggio ci sia la piena ed esplicita riaffermazione della difesa della vita dal concepimento alla morte naturale”.
  • Questa frase nella lettura della terza bozza , in inglese, distribuita ai delegati e alla stampa ( i cinque delegati della Cdb di S. Paolo erano in questo settore) non era scritta. Però all’inizio della sua lettura un membro della Commissione (l’italiano espressione della parte cattolica e membro della comunità di S. Egidio!) ha dichiarato che il testo vero del Messaggio era quello che veniva pronunciato al microfono e non il testo distribuito. Nella successiva lettura del testo, la frase veniva inserita.
  • L’assemblea dei delegati, ormai impossibilitata ad ulteriori interventi, applaude e, quindi, “approva” il testo letto.
  • Il testo finale scritto, però resta inedito nelle prossime ore e fino alla conclusione della Assemblea.
  • Dai colloqui con delegati e stampa veniamo a sapere chela componente protestante (italiana per prima e poi tutta) aveva minacciato la pubblica manifestazione di dissenso.
  • Segnalo che nel testo inglese – nella recomandation nine - si legge: “moral values derived directly from the Gospel”. La traduzione italiana è conseguente.
  • Si riparte da Sibiu, dunque, senza alcun testo di Messaggio!!
  • Ancora al 22 settembre, il sito ufficiale della AEE3 (http://www.eea.org) dice: “ per ragioni tecniche il testo del messaggio sarà pubblicato fra pochi giorni”. Ma la Kek, nel suo sito (http://cec-kek.org/)ha pubblicato un Testo “provvisorio” senza la frase in questione.(si tratta, in effetti,del testo scritto inglese del sabato 8 settembre distribuito a Sibiu).
  • Finalmente dopo altri giorni di attesa viene pubblicato sul sito ufficiale il testo del messaggio senza la frase ma con una nota nella quale si documenta che quella espressione era aggiunta a voce- in inglese- nella ultimapresentazione del testo finale; tradotta successivamente in diversi modi (vedasi nota nel testo ufficiale) essa non formalmenteparte del Messaggio.
  • Sulle altre problematiche si segnala la assoluta noncuranza dell’Islam (sia nel Messaggio sia nel dibattito sia nei discorsi; a menzionarequesta realtà sono stati i pochi laici intervenuti, dal presidente della Commissione a qualche altro).

 

Nota: tutta la vicenda dice molto chiaramente lo stato delle chiese in Europa. In estrema sintesi (e mi scuso di questa rozzezza): primato delle questioni etiche, noncuranza della comunione nella fede, scarsa laicità se non ostilità manifesta a qualsiasi autonomia delle pubbliche istituzioni.

 

Appendice: “governance” e sostanza della dinamica assembleare

Una vera e propria dinamica assembleare (delegati che partecipano, discutono, votano) non c’è stata. In fondo il tutto appariva come una grande conferenza con conferenzieri di “grido” o la somma di diversi workshop.

Per quanto riguarda la delegazione italiana, inoltre, mi sono parse poco rappresentative le componenti non cattoliche; mentre la conferenza dei vescovi italiana (la componente cattolica) ha voluto dare molto peso ad alcune associazioni (soprattutto alla comunità di S.Egidio); le stesse che in questo ultimo decennio (dominata dal cardinale Ruini) hanno avuto peso e “potere” nella dinamica ecclesiale italiana.


Per memoria:

1. Il Forum alternativo

Durante la quarta giornata – dopo la lettura della prima bozza del Messaggio finale e dopo una pessima prova di dibattito abortito sin dall’inizio, alcuni delegati ( interconfessionali e inter-paesi) si sono spontaneamente ritrovati fuori delle sedi ufficialiin una sorta di forum alternativo (così è stato chianato da alcuni protagonisti) per organizzare la partecipazione alla discussione della seconda bozza. In realtà una vera manifestazione di dissenso non si è poi verificato, ma la notizia e il messaggio deve essere arrivato alle orecchie dei dirigenti l’assemblea. Il giorno dopo, infatti, è stato concesso una ora di esposizione – al microfono – degli emendamenti alla seconda bozza (vediMessaggio).

2. Le assemblee (interconfessionali) della delegazioninazionali

A latere dei momenti ufficiali si sono svolte anche assemblee delle delegazioni per paesi/nazioni; alla presenza dei capi delegazioni (interconfessionali). Quella italiana è stata “moderatamente” vivace. Insomma, traspariva nettamente lo scontento per l’insieme e la richiesta di alcune tematiche forti ( pace, partecipazione, ecc.). A questa assemblee abbiamo partecipato anche noi (cinque delegati) della Comunità di base di S. Paolo (non riconosciuti formalmente come membri della delegazione, ma non ci era precluso di intervenire!)

3. La Agorà

La agorà era un luogo (un poco distante dalla Tenda dell’assemblea) dove enti o delegazioni potevano esporre libri, documenti e oggettistica; dove tradizionalmente ( mi raccontano che a Graz era stato in effetti uno spazio ed un luogo molto vissuto e piacevole)gruppi e persone potevano incontrarsi e scambiare esperienze e progetti. Questa volta si è trattato di un momento assai poco rappresentativo.

4. La gestione organizzativa globale

Considerata la indubbia difficoltà ad organizzare l’evento in una cittadina ed in un paese non particolarmente collaudati ad esperienze di questa portata, la chiesa locale (soprattutto quella ortodossa) hadato buona prova.

5. La preghiera

Dal mio punto di vistail momento della preghiera comune ( dalle 9 alle 10,30) è statoquello più “riuscito”. Riusciva a trasmettere un sentimento diffuso di comunione. In questo spazio, inoltre, era collocata una omelia di un vescovo o pastore. A volte molto apprezzabile. Segnalo quella del vescovo di Milano Dionigi Tettamanzi:

“ A radunarsi a Sibiu in questa nostra assemblea ecumenica è l’unica Chiesa del Signore ( ! sic!). (…) Il viaggio di chi cerca l’unità è un esodo da se stessi. Richiede il coraggio del dono di sé, di sapersi perdere per poi ritrovarsi nell’unica vera identità profonda del cristiano: non è etnica, né confessionale, néculturale; essa è escatologica. Senza lo Spirito e senza l’attesa la Chiesa è soltanto una organizzazione religiosa di questo mondo, l’ecumenismo un’attività diplomatica, l’unità la realizzazione in tempi differenti di un “modello di chiesa” sociologicamente vincente”.

Nota: si potrebbe considerare il vero discorso alternativo alla linea vaticana, portata da Kasper.

 


Conclusioni

 

a) come procedere

E’ sufficientemuovere i prossimi passiverso la continuazione di questo tipo di Assemblee – esempio AEE4 – con la sola accortezza (come richiesto dal forum alternativo) di “una maggiore partecipazione”??

No, non credo.

Bisogna ripensare alla radice questa tipologia di“promozione e memoria dell’ecumenismo”.

Se la volontà è quella di rispondere alla preghiera di Gesù: “Padre che essi siano uno”, allora è più corretto ed anche più trasparente tenere distinti i comportamenti e le specifiche responsabilità di chi nelle Chiese esercita il carisma del “pascere le mie pecorelle” – potrei anche dire, sbrigativamente, la gerarchia -( non è questo, peraltro, che continuamente ci viene ricordato: “il ministero e la responsabilità e il carisma nelleChiese sonodei successori degli apostoli chepossono mettersi sulle spalle il fardello delle decisioni…”??), dai comportamenti e dalle responsabilità di quanti si sono impegnati nella sequela di Gesù. Pertanto:mentre chi ne ha il compitostudia, discute, approfondisce,…fa pasticci e ne risponde alla sua coscienza, alla Chiesa-popolo di Dio in cammino e al Cristo;i seguaci di Gesù studiano, si riuniscono, pregano e discutono le forme e i livelli delle testimonianzedi unità nella non uniformità di cui sono in grado di assumersene la responsabilità, rispondendone alla propria coscienza di credenti;(anchecon i pastori presenti e invitati; senza problemi ma senza confusioni di ruoli.

(d’altra parte, quando i delegati a Sibiu chiedevano modifiche alle bozze del messaggio finale, la presidenza ha più volte sottolineato che era il Comitato redazionale responsabile della stesura del testo e che la presidenza poteva solo raccomandare di continuare a lavorare e accogliere per quanto possibile i desideri dei delegati; ovviamente era una finzione!).

 

b) le Cdb europee

Considerando il carattere interconfessionale della esperienza delle Comunità di base e considerando sia il disposto dell’art. 51 del Trattato costituzionale (« maintenir un dialogue ouvert, transparent et régulier avec les Eglises et les associations ou communautés religieuses » en « reconnaissant leur identité et leurs contributions spècifiques” ) sia al limite (!?) lo stesso documento della Congregazione della dottrina della fede, che precisacome esista – dal suo punto di vista! – nellavasta comunità dei seguaci di Cristo la figura della Chiesa e quelladella comunità ecclesiale, noi - Comunità cristiane di base (che non intendiamo essere un’ altra Chiesa, bensì una Chiesa altra) -possiamo orientarci sia verso una candidatura a interlocutori della Commissione europea siaa co-protagonisti del processo ecumenico di base (siamo infatti battezzati nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo).