Comunità Cristiana di Base di San Paolo
Roma - Eucarestia del 24 giugno 2007
Natività di S. Giovanni Battista
Introduzione
L’importanza della personalità di Giovanni Battista è indubbia: è citato molte volte nei vangeli, sia canonici che apocrifi. È citato ampiamente anche da Giuseppe Flavio. È una persona importante con cui le prime comunità cristiane e gli estensori dei vangeli hanno dovuto confrontarsi, anche per mettere in rilievo la personalità di Gesù rispetto a quella di Giovanni stesso.
In Luca è riportato il racconto della sua nascita e infanzia in parallelo a quella di Gesù. Anche in questo racconto tutto sembra fatto per mettere in risalto la persona di Gesù rispetto a Giovanni.
Tipico poi da questo punto di vista l’episodio del battesimo raccontato in diverse maniere dagli evangelisti non senza imbarazzo e questo fatto, secondo Barbaglio e altri studiosi, è una prova della storicità dell’episodio.
(riportiamo dal quaderno del Laboratorio di religione della CdB di S.Paolo del 2007, ancora inedito):
Nel Vangelo di Marco Gesù ha un’illuminazione, nel momento del battesimo sente di essere scelto, inviato da Dio: vede il cielo spalancarsi e lo Spirito Santo scendere su di lui, sotto forma di colomba.
Proprio in quei giorni, da Nazareth, un villaggio della Giudea, arrivò anche Gesù e si fece battezzare da Giovanni nel fiume. Mentre usciva dall’acqua, Gesù vide il cielo spalancarsi e lo Spirito Santo scendere su di lui come una colomba. Allora dal cielo venne una voce: “Tu sei il Figlio mio, che io amo. Io ti ho mandato” (Marco 1,9-11)
Nel Vangelo di Matteo c’è la preoccupazione dei seguaci di Gesù di togliere ogni dubbio su chi fosse il più grande tra Giovanni e il loro maestro. E’ per questo che viene attribuita a Giovanni la frase: “Sono io che avrei bisogno di essere battezzato da te; e tu invece vieni da me?”
In quel tempo, Gesù dalla Galilea venne fino al fiume Giordano e si avvicinò a Giovanni per farsi battezzare da lui. Ma Giovanni non voleva e cercava di convincerlo dicendo: “Sono io che avrei bisogno di essere battezzato da te; e tu invece vieni da me?”
Ma Gesù rispose: “Lascia fare, per ora. Perché è bene che noi facciamo così la volontà di Dio sino in fondo. Allora Giovanni accettò.
Appena battezzato Gesù uscì dall’acqua. All’improvviso il cielo si aprì, ed egli vide lo Spirito di Dio il quale, come una colomba, scendeva su di lui. E dal cielo venne una voce: “Questo è il Figlio mio, che io amo. Io l’ho mandato” (Matteo 3,13-17)
Nel Vangelo di Luca il racconto cambia ancora un po’. Anche qui il cielo si apre e lo Spirito Santo discende su Gesù, ma sembra che tutti i presenti abbiano questa visione, non solo Gesù, come appare nei Vangeli precedenti.
Intanto tutta la gente si faceva battezzare. Anche Gesù si fece battezzare e, mentre pregava, il cielo si aprì. Lo Spirito Santo discese sopra di lui in modo visibile come se fosse una colomba, e una voce allora venne dal cielo: “Tu sei il Figlio mio, che io amo. Io ti ho mandato” (Luca 3,21-22)
Le preoccupazioni e gli imbarazzi delle prime comunità cristiane sono ancora più evidenti nel Vangelo di Giovanni, l’ultimo tra i Vangeli, scritto tra la fine del primo secolo e l’inizio del secondo: qui il battesimo di Gesù non c’è!
Il giorno dopo, Giovanni vede Gesù venire verso di lui e dice: “Ecco l’Agnello di Dio che prende su di sé il peccato del mondo. Parlavo di lui quando dicevo: dopo di me viene uno che è più grande di me, perché esisteva già prima di me. Anch’io non lo conoscevo, tuttavia Dio mi ha mandato a battezzare con acqua, per farlo conoscere al popolo d’Israele”.
Poi Giovanni portò questa testimonianza: “Ho visto lo Spirito di Dio scendere come colomba dal cielo, e rimanere sopra di lui. Anch’io non lo conoscevo quando Dio mi mandò a battezzare con acqua, ma Dio mi disse: Tu vedrai lo Spirito scendere e fermarsi su un uomo – è lui che battezzerà con Spirito Santo. Ebbene, io ho visto accadere questo, e posso testimoniare che Gesù è il Figlio di Dio. (Giovanni 1,29-35)
Qui è Giovanni stesso a testimoniare di aver visto lo Spirito Santo scendere su Gesù, e rivolgendosi a lui dice: “Ecco l’Agnello di Dio che prende su di sé il peccato del mondo”. Altro che peccatore! Gesù si fa carico del peccato del mondo.
……..
Non sappiamo perché Gesù si è fatto battezzare: non sappiamo se Gesù, nell’avvicinarsi al battesimo, si sentisse o no peccatore. Certo è che si sentiva parte di un popolo immerso nel peccato, forse si è fatto battezzare perché sentiva su di sé il peccato del suo popolo. (Laboratorio)
Molto probabilmente “…con il battesimo il nazareno ha dato una svolta alla sua vita, convinto di avere un compito spirituale pubblico da svolgere. … Non diversamente dai profeti della tradizione ebraica, Gesù ha sperimentato, nell’incontro con Giovanni e con il battesimo, una sua chiamata carismatica alla missione.” (Barbaglio)
Gesù è stato quasi certamente un seguace del Battista. Poi c’è stata forse una separazione, non sappiamo se consensuale o dovuta a differenze e rivalità. Il Vangelo di Giovanni ci offre due spunti interessanti a questo proposito: Gesù che va con suoi discepoli a battezzare in Galilea, passando per la Samaria, mentre Giovanni rimane in Giudea. (ma l’evangelista corregge: non era Gesù che battezzava ma i suoi discepoli).
L’altro è l’episodio in cui due discepoli di Giovanni si recano da Gesù e rimangono con lui: uno di essi è Andrea che poi andrà a chiamare il fratello Pietro e Filippo.
Esistono poi nei vangeli numerosi riconoscimenti del valore dell’opera di Giovanni fatta da Gesù; ne riportiamo una per tutte: “Cosa siete andati nel deserto a vedere? Una canna sbattuta dal vento? Ma cosa siete andati a vedere? Un uomo avvolto in morbide vesti? Ecco quelli che indossano morbide vesti abitano in palazzi regali. Ma insomma cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, vi dico; anzi, più che un profeta” (Q:Lc 7,24-26/Mt 11, 7-9).
Anche l’annuncio dei due è simile:
Giovanni diceva: “Cambiate vita, perché il regno di Dio è ormai vicino” – Fate vedere con i fatti che avete cambiato vita – La scure è già alla radice degli alberi, pronta per tagliare: ogni albero che non da frutti buoni sarà tagliato e gettato nel fuoco”. (Mt 3)
Gesù riprende e prosegue il tema escatologico della prossimità della regalità di Dio. Probabilmente non battezza più dopo che si è distaccato da Giovanni, perché pensa che Dio padre ha già donato ai piccoli e ai poveri la grazia dell’approssimarsi della sua regalità.
“Anche lui, come Giovanni, si rivolgerà ai peccatori, anzi non li aspetterà sul guado del fiume, ma li andrà a cercare e si mescolerà con loro”. (Laboratorio)