Comunità cristiana di base – S. Paolo, in Roma
Gruppo Marconi-Magliana
DOMENICA DELLE PALME 9 Aprile 2006
61 ° anniversario del martirio di Dietrich Bonhoeffer, pastore luterano.
APERTURA:
( Oggi il contributo della nostra riflessione di Gruppo consiste nella scelta diunificare la liturgia della domenica delle Palme con la memoria dell’assassinio/martirio di Dietrich Bonhoeffer e, in particolare, nello studio enella selezione di alcuni brani dei suoi fondamentali scritti dalle carcerinaziste; offriamo l’una e l’altra alla riflessione più ampia della comunità.
Bonhoeffer - pastore luterano e animatore della Chiesa Confessante – teologo, autore di scritti teologici e professore di teologia a cui il nazismo stesso aveva proibito diinsegnare, predicare e scrivere, fu arrestato dalla Gestapo il 5 aprile 1943 e impiccato a Flossenburg il 9 aprile 1945: aveva trentanove anni.La sua breve esistenzaha arricchito il cristianesimo contemporaneo di una testimonianza, nel vero senso di ‘martirio’; che il tempo illumina sempre di più: “testimone di GesùCristo tra i fratelli”, è scritto sul luogo della sua morte.
Ma la personalità di Bonhoeffer ha arricchito nello stesso modo la riflessione critica sui problemi capitali dibattuti ancora oggi dalle chiese: la secolarizzazione, la dialettica religione-fede, il modo di concepire Dio e gli altri concetti religiosi in un mondo ‘ divenuto adulto’.
Questa testimonianza ci aiuta nella nostra ricerca di una fede laica, che sta impegnando la nostra comunità.)
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Schonberg –Germania- Domenica in Albis- 1945.
Non tardò molto che la porta si spalancò e due civili gridarono: “Prigioniero Bonhoeffer, prepararsi e venir via!”
Bonhoeffer riuscì ancora a raccogliere le sue cose. Con una pessima matita scrisse nome e indirizzo a grandi lettere, sul frontespizio, a metà e sull’ultima pagina del Plutarco. Lasciò il volume in quella stanza, affinché nel caos che stava per venire fornisse una traccia (…).
Il viaggio, quella domenica, deve essere durato fino a tarda sera.(…)
A Flossenburg, nel grigio crepuscolo di quel lunedì, 9 aprile, vennero giustiziati coloro che non dovevano assolutamente sopravvivere.
Il medico del campo vide Bonhoeffer, nella cella preparatoria, inginocchiarsi e pregare ardentemente…
( PREGHIAMO INSIEME)
“ Tu che punisci i peccati e perdoni volentieri - Dio, questo popolo io l’ho amato.
Aver portato la sua vergogna e i suoi vizie aver scorto la sua salvezza:
questo mi basta. Reggimi, prendimi!
Il mio bastone s’incurva,
preparami la tomba, o fedele Iddio”. Amen.
( Da “La morte di Mosè” di Lettner Verlag).
LETTURE:
A Schonberg si era passata anche la domenica in albis, nella scuola.
Punder aveva avuto l’idea di chiedere a Bonhoeffer di tenere un piccolo culto mattutino; ma Bonhoeffer era contrario:la maggioranza dei compagni era cattolica e c’era il giovane Kokorin, prigioniero russo, ateo, sul quale non voleva esercitare pressioni. Ma siccome la richiesta era di tutti, tenne una meditazione.
Lesse i testi della domenica e illustrò ai compagni le letture del giorno: Isaia, capitolo 53, versetto 5 e 1a Pietro, capitolo 1, versetto 3.
1°lettura: dal profeta ISAIA 53, 5 :
“ Egli è stato trafitto per i nostri delitti,
schiacciato per le nostre iniquità.
Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui;
per le sue piaghe noi siamo stati guariti.”
Per questa lettura: Noi ti ringraziamo, Signore.
2°lettura: “ Lettere dal carcere”, di Dietrich Bonhoeffer
18 novembre 1943
…All’inizio mi sono anche domandato con inquietudine se fosse veramente la
causa di Cristo quella per cui do tante preoccupazioni a voi tutti; ma mi
sono tolto subito dalla testa la questione come una tentazione…il mio
compito è proprio quello di sostenere sino alla fine un siffatto caso limite
con tutta la sua problematica…
21 novembre 1943
…Ho trovato con naturalezza un aiuto nel suggerimento di Lutero di segnarsi
col segno della croce durante la preghiera del mattino e della sera. C’è in
questo qualcosa di oggettivo, di cui qui si ha un bisogno particolare. Non
spaventarti! Non esco di sicuro fuori di qui un “homo religiosus”.
Al contrario, la mia diffidenza e la mia paura nei confronti della
“religiosità” sono diventate qui più grandi che mai. Mi dà sempre da pensare
e capisco sempre meglio il fatto che gli israeliti non pronunciavano mai il
nome di Dio…
5 dicembre 1943
…negli ultimi mesi ho letto molto di più l’Antico Testamento che il Nuovo.
Solo quando si riconosce l’impronunciabilità del nome di Dio si può anche
pronunciare finalmente il nome di Gesù Cristo; solo quando si ama a tal
punto la vita e la terra che sembra che con esse tutto sia perduto e finito,
si può credere alla resurrezione dei morti e ad un mondo nuovo; solo quando
ci si riconosce sottomessi alla legge di Dio, si può finalmente parlare
anche della grazia, e solo se l’ira e la vendetta di Dio contro i suoi
nemici restano realtà valide, qualcosa del perdono e dell’amore verso i
nemici può toccare il nostro cuore…
22 dicembre 1943
…Davvero, per me non si tratta della questione più o meno infantile se sarò
o no a casa per Natale….”nella fede” (spero) posso sopportare tutto, anche
una condanna, anche le altre temute conseguenze; ma una prudenza timorosa
logora…un tentennare da una parte e dall’altra privo di fede, il discutere
senza fine e non agire, il non-voler-rischiare, questo è un vero pericolo.
Io devo poter avere la certezza di essere nelle mani di Dio e non in quelle
degli uomini.
29 e 30 gennaio 1944
…devo parlarti ancora della preghiera nella tribolazione….deve giungere la
tribolazione, perché noi veniamo scossi e condotti alla preghiera; questo lo
sento ogni volta come motivo di vergogna e tale è effettivamente. …non è
lecito sfruttare i momenti (di tribolazione) per dei ricatti religiosi (del resto Gesù
sulla croce non ha fatto opera di persuasione sui due ladroni, ma è stato uno di loro
a rivolgersi a lui!).
1 febbraio 1944
…credo di essere un cattivo consolatore. Posso prestare ascolto, ma non
posso dire quasi niente….Inoltre mi sembra più importante che si viva
realmente una determinata tribolazione, piuttosto che sfumarla o mascherarla
in qualche modo…lascio che la tribolazione resti non interpretata e credo
che questo sia un primo passo responsabile, ma comunque solo un primo passo.
21 febbraio 1944
…Mi sono chiesto spesso dove passi il confine tra la necessaria resistenza e
l’altrettanto necessaria resa davanti al “destino”…dobbiamo affrontare
decisamente il “destino” - … - e sottometterci ad esso al momento opportuno.
27 marzo 1944
…Pasqua? Il nostro sguardo cade più sul morire che sulla morte. …Venire a
capo del morire non significa ancora venire a capo della morte. La vittoria
sul morire rientra nell’ambito delle possibilità umane, la vittoria sulla
morte si chiama resurrezione. Non è dall’ars moriendi, ma è dalla
resurrezione di Cristo che può spirare nel mondo presente un nuovo vento
purificatore…Vivere partendo dalla resurrezione: questo significa Pasqua.
30 aprile 1944
…Ciò che mi preoccupa continuamente è la questione di che cosa sia veramente
per noi, oggi, il cristianesimo, o anche chi sia Cristo. E’ passato il tempo
in cui questo lo si poteva dire… tramite le parole - … - ; cosìcome è
passato il tempo della interiorità e della coscienza, cioè appunto il tempo
della religione in generale. Stiamo andando incontro ad un tempo
completamente non-religioso…che cosa significano una Chiesa, una comunità,
una predicazione, una liturgia, una vita cristiana in un mondo non-religioso?…..
Come parliamo di Dio – senza religione, cioè appunto senza i presupposti
storicamente condizionati della metafisica, dell’interiorità ecc.? Come
parliamo (o forse appunto ormai non si può più “parlarne” come s’è fatto
finora) “mondanamente” di “Dio”, come siamo cristiani “non-religiosi
mondani”, come siamo ec-clesìa, cioè chiamati-fuori, senza considerarci
religiosamente favoriti, ma piuttosto in tutto e per tutto appartenenti al
mondo? Cristo allora non è più oggetto della religione,…ma veramente il
signore del mondo…Le persone religiose parlano di Dio quando la conoscenza
umana (…) è arrivata alla fine o quando le forze umane vengono a mancare – in
effetti…chiamiamo in campo il deus ex machina…sempre dunque sfruttando la
debolezza umana o di fronte ai limiti umani... Io vorrei parlare di Dio non ai
limiti, ma al centro, non nelle debolezze, ma nella forza, non dunque in
relazione alla morte e alla colpa, ma nella vita e nel bene dell’uomo…. La
fede nella resurrezione non è la “soluzione” del problema della morte. L’ “aldilà”
di Dio non è l’aldilà delle capacità delle nostre conoscenze.
29 maggio 1944
…è nuovamente evidente che non dobbiamo attribuire a Dio il ruolo di
tappabuchi nei confronti dell’incompletezza delle nostre conoscenze…
16 luglio1944
…Non possiamo essere onesti senza riconoscere che dobbiamo vivere nel mondo
“etsi deus non daretur”. E appunto questo riconosciamo – davanti a Dio! Dio
stesso ci obbliga a questo riconoscimento! Così il nostro diventare adulti
ci conduce a riconoscere in modo più veritiero la nostra condizione davanti
a Dio. Dio ci dà a conoscere che dobbiamo vivere come uomini capaci di far
fronte alla vita senza Dio. Il Dio che è con noi è il Dio che ci abbandona!
(Mc: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”) Il Dio che ci fa vivere
nel mondo senza l’ipotesi di lavoro/Dio, è il Dio davanti al quale
permanentemente stiamo. Davanti e con Dio viviamo senza Dio. Dio si lascia
cacciare fuori del mondo sulla croce, Dio è impotente e debole nel mondo e
appunto solo così Egli ci sta al fianco e ci aiuta…
18 luglio 1944
…Non è l’atto religioso a fare il cristiano, ma il prendere parte alla
sofferenza di Dio nella vita del mondo…lasciarsi trascinare con Gesù Cristo
sulla sua strada nell’evento messianico costituito dal fattoche Is, 53.si
compie ora!……Questo venire trascinati nella sofferenza messianica di Dio in
Gesù Cristo nel Nuovo Testamento si realizza in diversi modi: attraverso la
chiamata dei discepoli alla sequela, attraverso il sedere alla stessa tavola
con i peccatori, attraverso le “conversioni” nel senso più proprio del
termine (Zaccheo), attraverso il gesto della grande peccatrice (che avviene
senza confessione di colpa) (Lc 7), attraverso la guarigione dei malati (Mt
8,17), attraverso l’accogliere i bambini…Il centurione di Cafarnao, che non
pronuncia assolutamente nessuna confessione, viene presentato come esempio
di fede. Gesù ama il giovane ricco. Il tesoriere etiope (Atti 8), Cornelio
(Atti 9), non sono per niente delle esistenze sull’orlo dell’abisso.
Nataniele è un “israelita senza falsità” (Gv 1,47); e, infine, Giuseppe di
Arimatea, e le donne al sepolcro. L’unica cosa comune a tutti costoro è il
prendere parte alla sofferenza di Dio in Cristo. Questa è la loro “fede”…
..l’atto religioso è sempre qualcosa di parziale, la “fede” è qualcosa di totale,
un atto che impegna la vita. Gesù non chiama ad una nuova religione, ma alla vita.>>
Per questa lettura: Noi ti ringraziamo, Signore.
(PREGHIAMO INSIEME)
“ CRISTIANI E PAGANI” di Dietrich Bonhoeffer
“Gli uominivanno a Dio nel loro bisogno,
implorano aiuto, invocano pane e fortuna,
salvezza dalla malattia, dalla colpa, dalla morte.
Tutti, tutti, cristiani e pagani”
Ascoltaci, Signore
“Gli uomini vanno da Dio nel suo bisogno
lo trovano povero, umiliato, senza tetto né pane,
lo vedono soffocato dai peccati, dalla debolezza, dalla morte.
I cristiani stanno accanto a Dio nella sua sofferenza”.
Ascoltaci, Signore
“Dio va a tutti gli uomini nel loro bisogno.
Sazia il corpoe l’anima con il suo pane,
muore crocifisso percristiani e pagani
e a questi e a quelli perdona”.
Perdonaci, Signore.
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LETTURA DELLA PASSIONE DI NOSTRO SIGNORE GESU’ CRISTO
Secondo MARCO.