Comunità di San Paolo - Roma
Riflessioni sullo svolgimento
dell'assemblea eucaristica
Indice:
1. Premessa
2. Linguaggio
e gesti
3. Il
ruolo del gruppo che prepara
4. L'uso
del lezionario liturgico (foglietto)
5. Riflessioni
e interventi
6. Preghiera
e azione liturgica. I canoni
Allegato: Schema
Assemblea Eucaristica
1. Premessa
Il Gruppo di lavoro, su mandato dell'Assemblea del 12 giugno
2005, è stato formato con rappresentanti di tutti i gruppi, tematici e
territoriali, e ha lavorato dall'ottobre 2005 al marzo 2006. Hanno
partecipato anche altri membri della Comunità.
Il Gruppo ha cercato di attivare uno scambio di idee, di
esperienze, di esperimenti, attraverso il rapporto con i gruppi della
Comunità incaricati della celebrazione nelle domeniche del suddetto
periodo. Ha tenuto inoltre presente sia il contributo della nostra
Comunità al Sinodo dei vescovi 2005 sull'eucarestia (v. Adista 6/2005),
sia del documento conclusivo del laboratorio "Comunità e differenze"
(Convegno delle cdb di Chianciano 2005) nei punti che si riferiscono in
particolare alla liturgia.
Il Gruppo ha deciso di redigere un testo finale con i risultati
del suo lavoro, da presentare all'Assemblea generale della Comunità.
Tale testo è da intendere tuttavia come raccomandazione e suggerimento;
la Comunità e i Gruppi sono liberi di seguirlo o modificarlo.
Il Gruppo ha condiviso le valutazioni sostanzialmente positive
sulle nostre celebrazioni domenicali, espresse dall'Assemblea del
12/6/05 e le ha recepite nel suo lavoro: "Fermo restando che il nostro
essere cristiani non si compie soltanto nell’eucarestia, questa è
comunque il luogo privilegiato di incontro con Dio e con i fratelli e le
sorelle della comunità. Siamo convinti che l’eucarestia è il momento più
bello del nostro stare insieme, al quale non sapremmo in alcun modo
rinunciare. Ma ci rendiamo anche conto della nostra inadeguatezza a
gestire un momento così alto e non possiamo non soffrirne".
2. Linguaggio e gesti
L'aspetto verbale o delle parole (letture, commenti, canti,
preghiere) andrebbe integrato con l'aspetto gestuale o dei segni (oltre
a quelli consueti come la preghiera per mano, lo scambio della pace, lo
spezzare il pane, ecc.). Anche se è difficile trovare nuovi gesti e
segni, si osserva che spesso sono i segni e i simboli, più che la
parola, a farci capire il significato profondo della realtà e anche
l'essenza dell'eucarestia. L'incontro domenicale è anzitutto l'occasione
per condividere i nostri volti gioiosi o tristi, oppure arrabbiati o
indignati, che possono tradursi o meno in parole. L'eucarestia è
"assemblea di condivisione" nel senso più vasto, espresso simbolicamente
mangiando e bevendo alla stessa mensa.
Si osserva che molti termini sono diventati oggi ambigui, come
"sacrificio" o "parola di Dio".
Occorre tentare una revisione, guardandosi però dall'eliminare troppo
affrettatamente le parole antiche, cercandone invece i nuovi
significati, il simbolismo, ecc. L'importante è non fossilizzarsi sempre
sulle stesse parole e sugli stessi segni: parole e segni devono vivere e
morire, o meglio, essere di volta in volta re-inventati in funzione
della realtà esistenziale che stiamo vivendo. Le parole ripetute in modo
meccanico si svuotano di senso, mentre si può ritrovarne il significato
cercando dentro di noi parole, pensieri e silenzi che ci toccano
profondamente.
In questo ambito, e in molti altri aspetti, è utile giovarsi degli
apporti della teologia femminista, particolarmente nel suo aspetto
liturgico. Alcuni punti:
- cambiare il linguaggio cercando di valorizzare sempre le
differenze di genere
- riflettere sui simboli che sperimentano il coinvolgimento delle
attività del corpo.
Si propone una riflessione comunitaria sul Padre Nostro, in
particolare sull'invocazione iniziale (se "padre nostro" o "padre
nostro, madre nostra").
Riguardo alle invocazioni a Dio, non si propone di inserire
l'appellativo "Dea" in quanto, sebbene coscienti che nominare Dio/Dea
sia un aggiustamento umano e le nostre parole inadeguate a esprimere
l’indicibile, la parola “Dea” viene recepita da molti come un ritorno al
politeismo e comunque non risolverebbe il problema. Quindi possiamo
continuare a usare il termine Dio/Divino impegnandoci però, nell’ambito
dei gruppi di ricerca biblica e teologica, a chiarire le categorie del
divino, a sviluppare una ricerca sul significato del divino maschile,
ecc..” (vedi documento di Chianciano). Non dispiace invece la locuzione
“Dio, che per noi è padre e madre”.
3. Il ruolo del gruppo che
prepara
Viene giudicato positivo il metodo di affidare ai vari gruppi della
Comunità l'organizzazione dell'eucarestia secondo un calendario. I
gruppi non dovrebbero impegnarsi solo nel commento alle letture ma anche
nella gestione complessiva della celebrazione (preghiere, introduzione
al tema proposto, equilibrio nella scansione dei tempi, annuncio della
presenza di ospiti, ecc.).
Chi presiede dovrebbe invitare l'assemblea a qualche momento di
silenzio prima dei commenti alle letture.
Compito del gruppo è anche quello di non sottovalutare il momento
degli avvisi. Si tratta di un momento importante. Occorre trovare un
modo perché gli avvisi trovino l'ascolto di tutti e quindi prevederlo
nei tempi della celebrazione.
Infine si propone di impegnarci tutti/e per l'inizio effettivo
dell'assemblea eucaristica alle 11,30, in modo da terminare intorno alle
12,45 e agevolare così chi abita lontano dalla Comunità.
4. Uso del lezionario liturgico
Aspetti positivi:
segna un momento di riconoscibilità e collegamento, sia pure nelle
diversità, con i fratelli e le sorelle della Chiesa romana;
può servire come base su cui sviluppare autonomamente e creativamente
lo svolgimento dell'eucarestia;
può essere utile nei mesi estivi, o quando manca la preparazione da
parte di un gruppo.
Aspetti negativi:
linguaggio obsoleto e ripetitivo;
scarso collegamento con l'attualità e con il nostro vissuto;
testi biblici sovrabbondanti, spezzettati, scarsamente collegati tra
loro o, a volte, collegati in modo arbitrario.
I gruppi quindi, in grande libertà, possono sostituire le letture
previste con altri brani della Bibbia o di altra provenienza (es.
vangeli apocrifi, brani laici, ecc.).Si suggerisce di adottare almeno un
brano biblico, preferibilmente tratto dai vangeli. Sarebbe anche utile,
nel caso di sostituzioni, far conoscere preventivamente (es. via e.mail,
o avvertendo la domenica precedente, o scrivendo sul calendario della
preparazione) le scelte operate. Il numero delle letture può essere
ridotto.
Viene anche auspicato di collegare la celebrazione, sia nelle parole
sia nei segni, al tempo liturgico, specie nei tempi cosiddetti forti:
avvento, natale, quaresima, pasqua, pentecoste
Si propone di chiudere ogni lettura con la frase: “Per questa
lettura (biblica)” alla quale i presenti rispondono: “Rendiamo
grazie a Dio.”, o altre simili.
5. Riflessioni e
interventi
Il gruppo che prepara espone una breve riflessione ad una o più voci.
Nell'ambito di un'ampia libertà di lettura e interpretazione, sembra
doveroso un aggiornamento secondo le istanze della esegesi femminista a
lungo trascurata: In particolare il "partire da sé" dovrebbe essere uno
dei modi privilegiati per accostarsi alle letture:
- sviluppare quindi la pratica del "partire da sé" come
valorizzazione dell'esperienza personale e di relazione; qualcosa che
sta tra il vissuto e quello che si vorrebbe vivere, facendo parlare la
parte profonda di sé. Non si tratta quindi di un accostarsi
intimistico, ma di un approccio politico;
- praticare l'esegesi "del sospetto" o "del silenzio" (es:
l'episodio delle donne, come prime testimoni della resurrezione,
completamente ignorato da Paolo - v. I^ Corinzi). Infatti "l'assenza"
delle donne dai testi non significa necessariamente "non presenza".
E' importante altresì, per la comprensione del testo, collocarlo nel
suo tempo e nel lavoro creativo del suo autore. La riflessione del
gruppo dovrebbe essere posta in termini di spunti problematici e non di
certezze, in modo da suscitare il coinvolgimento dei presenti. Qualora
vengano introdotti temi di vasta portata (problematiche socio-politiche,
scientifiche, ecc,), che possono suscitare dibattito, sarebbe
preferibile rinviare il loro approfondimento ad appositi incontri della
Comunità.
Gli interventi dovrebbero essere attinenti ai temi e concisi, così da
permettere la partecipazione di più persone. In caso di eccessivo
protrarsi degli stessi, dovrebbe essere riconosciuta a chi presiede la
possibilità di sollecitare chi parla a concludere rapidamente, e di
chiudere comunque lo spazio per gli interventi entro le 12,30.
6. Preghiere e azioni liturgiche. I
canoni
E' stato rilevato dall'Assemblea che nelle nostre eucarestie è quasi
assente la preghiera, intesa come dialogo con Dio: lode, invocazione,
ringraziamento, penitenza. Ciò è stato probabilmenteanche il risultato
di un rifiuto di formule stereotipate, ripetitive, ipocrite, quali
spesso si ritrovano nei "foglietti". Bisognerebbe quindi passare dal
legittimo rifiuto alla creatività, a una semplicità sincera e scevra da
sovrastrutture. Si suggerisce quindi ai gruppi che preparano la
celebrazione di ricercare testi di preghiere antiche e recenti,
religiose e laiche; e di crearne di nuove secondo gli argomenti e le
circostanze.
Nello svolgimento della liturgia si potrebbero individuare alcuni
momenti specifici per la preghiera:
- all'inizio della celebrazione
- a conclusione degli interventi
- prima della condivisione del pane e del vino
- alla fine.
Momento di preghiera particolarmente importante è quello
penitenziale. Sarebbe bene valorizzarlo come segno forte di conversione
e riconciliazione. Può collocarsi all'inizio della celebrazione oppure a
conclusione degli interventi, facendo così tesoro delle riflessioni
emerse. In questo secondo caso il momento penitenziale potrebbe essere
preceduto dalle parole: "Messi in discussione dalle letture e dagli
interventi, chiediamo…"
Oltre a queste è da prevedere, ovviamente, lo spazio per preghiere
spontanee, o momenti di silenzio.
Non dimentichiamo che la caratteristica originaria delle nostre
eucarestie è l'attiva partecipazione di tutti i presenti, nella parola e
nel canto corale, così da raggiungere quella concelebrazione degna di un
"popolo sacerdotale", vivo nel dialogo con Dio, con i fratelli e le
sorelle, e nella prassi.
E' stato proposto di cantare il "Santo" prima del canone per non
interromperlo.
E' stato auspicato di riscoprire la preghiera come momento al di
fuori dell’eucarestia per non delegare all’eucarestia tutta la nostra
preghiera. In questo senso la Comunità potrebbe talvolta, col consenso
di tutti, fare la liturgia della parola al posto dell’eucarestia
domenicale.
Nei Canoni, che sono rivolti a Dio nel nome di Gesù, si sottolinea la
centralità dell'azione liturgica, il "Fate questo in memoria di me" (e
non il “Raccontate questo in memoria di me”). Si suggerisce pertanto che
le parole di Gesù dell'istituzione dell'eucarestia siano quelle dei
vangeli sinottici e di Paolo (I^ Corinzi, cap. 11), senza le aggiunte
apportate successivamente, come - ad esempio - il termine "in
sacrificio". Momenti essenziali sono anche la lode, l'invocazione dello
Spirito, il ringraziamento. Si auspicano anche, per il futuro, canoni
meno lunghi e più "pregati"; giustamente collegati ad eventi e
circostanze, ma non troppo configurati come manifesti
socio-politici.
Circa i canoni già raccolti nel nostro libro, si conviene che siano
rispettati come memoria storica, ma che non vadano esenti a sostituzione
qualora risulti che per lungo tempo non vengono utilizzati.
L'insieme di tutti questi suggerimenti non ci deve far perdere di
vista l'essenziale dell'eucarestia che si riassume nelle parole di Gesù
"fate questo in memoria di me".
A puro titolo esemplificativo, si allega un possibile schema di
assemblea eucaristica
Roma, Marzo 2006
Schema Assemblea
Eucaristica
Inizio
Invocazione iniziale da parte dei coordinatori
Canto iniziale
Pensiero iniziale da parte di un coordinatore (scritto in
proprio, preso da salmo, da poesia, etc..);
temi suggeriti: accoglienza,
ringraziamento, citazione di eventi
Ascolto
Introduzione da parte di un/una componente del gruppo al
tema
Letture: dalla bibbia, laiche, etc.: numero delle letture
variabile
Riflessione
Silenzio di riflessione
Commenti da parte di una o più persone del gruppo alle
letture
Commenti da parte dei presenti alle letture
Preghiera
Preghiere da parte di una o più persone del gruppo (scritte in
proprio, prese da salmo, da poesia, etc..);
temi suggeriti: richiesta di perdono per prassi
lontana dalla volontà di Dio e/o richiesta di aiuto,
citazione di eventi (le preghiere dopo le letture
dovrebbero avere come scopo principale quello della conversione, quindi
preghiere penitenziali, senza ovviamente escludere le altre)
Preghiere dei presenti
Colletta
Presentazione della colletta
Canto durante la colletta
Memoria della cena del Signore
Eventuale canto del Santo
Canone e frazione del pane
Padre nostro
Scambio di pace
Preghiera da parte di un coordinatore (scritta in proprio, presa
da salmo, da poesia, etc..);
temi suggeriti: impegno per condivisione con i
poveri e gli emarginati, citazione di eventi
Condivisione del pane e del vino
Canto durante la Condivisione del pane e del vino
Comunicazione
Comunicazioni da parte dei presenti
Fine
Pensiero finale da parte di un coordinatore (scritto in proprio,
preso da salmo, da poesia, etc..);
temi suggeriti: benedizione,
invocazione allo Spirito per prassi futura,
citazione di eventi
Canto finale
Invocazione finale da parte dei coordinatori
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