Le Comunità
cristiane di base , tra le quali si colloca la
comunità di San Paolo a Roma, sono impegnate nel superare la contraddizione
tra lo spirito del Vangelo e la pratica della Chiesa cattolica romana
istituzionale.
Questo
impegno ha assunto forme concrete nel clima spirituale creatosi col Concilio
Vaticano II che ha acceso molte speranze di poter vivere la
propria fede in una chiesa concepita come "popolo di Dio" e non come
"società istituzionale".
Le
Comunità cristiane di base (Cdb) sono nate spontaneamente
negli anni Sessanta e Settanta, soprattutto in America Latina, ma anche
in Italia, tra gruppi cattolici; esse vogliono, sulla spinta del Concilio
Vaticano II (concluso nel 1965), dare una nuova consapevolezza - né
integrista, ne disincarnata - alla loro vita di fede nel Dio di Gesù
Cristo.
Facendo
riferimento alla Bibbia e, insieme, alle lotte degli oppressi, le Cdb non
intendono creare un'altra Chiesa, ma piuttosto contribuire a rendere
"altra" - cioè più evangelica e credibile - la loro Chiesa
storica di appartenenza, quella cattolica romana.
All'interno
di questo movimento si colloca la Comunità di San Paolo, nata a
Roma sul finire degli anni Sessanta. Essa si chiama così perché
il suo primo inizio fu proprio nella Basilica di San Paolo fuori le Mura,
dove allora era abate dom Giovanni Franzoni, poi costretto dal Vaticano
a dimettersi.