"Sacralità e laicità"
GRUPPO MONTESACRO DELLA CDB DI SAN PAOLO:
EUCARISTIA del 29.01.06
INTRODUZIONE
La riflessione che vi proponiamo per la nostra eucaristia parte da alcuni episodi che si sono succeduti nelle ultime settimane:
- la manifestazione in difesa della legge 194 a MI
- la contemporanea manifestazione di Roma per il diritto alle unioni civili
- i ripetuti interventi del Vaticano in difesa della “vita” e della famiglia
- l’approvazione della legge sulla legittima difesa
- Ci inquieta la pressione della Gerarchia Cattolica, che ha come obiettivo la sacralizzazione di alcuni ben definiti segmenti di vita, mentre tace su altre gravi decisioni (legge legittima Difesa) o su problemi come la pena di morte.
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- Siamo convinti che solo una fede desacralizzata sia salvifica e per questo riteniamo importante:
- opporci a questi tentativi di sacralizzazione (sacro inteso come separato, chiuso) che si traducono in gestione separata del potere, in manipolazioni su basi ideologiche della realtà.
E’ nostro compito impegnarci in difesa della laicità, contro gli assolutismi; vigilare e non assopirci nelle nostre sicurezze perché anche le nostre stesse convinzioni non diventino vincoli rigidi ma solo punti di partenza per ulteriori verifiche ed elaborazioni.
Se è vero che in questa sede non è tanto sull’aspetto politico della laicità che dobbiamo interrogarci, piuttosto sul nostro impegno a perseverare in una lettura non religiosa della bibbia,
ci sembra che non sia possibile sottrarci al compito di vigilare affinché letture ideologiche/religiose di problemi reali non ne occultino la natura e la portata, ritardando o impedendo di reagire correttamente alla ricerca di soluzioni concrete e adeguate;
da un altro lato impedendoci anche di vivere la fede come esperienza liberante.
LETTURE
Dalla postfazione di Filippo Gentiloni al libro “una porta nel cielo” di Maria Bonafede
"Tutta la Bibbia è percorsa dalla dimensione dell'attesa...un orizzonte che stravolge i criteri della paura e del buon senso". Non un'attesa qualsiasi, ma quella attraversata dal vento dello spirito, quel vento che "soffia dove vuole: senza confini, senza frontiere, senza lasciarsi incanalare, regolare, imbrigliare. Ti aspetti di trovarlo nella chiesa, ed ecco che il vento soffia altrove, in un modo che abbiamo sempre considerato lontano e inaccessibile allo spirito".
Il vento soffia anche fuori dalla tenda. "Questa è proprio una bella notizia: fuori dai ruoli, lontano dalla tenda, là dove la profezia non è attesa, lì il Signore suscita la parola". Dunque la tenda non è tutto: la parola di salvezza - di speranza - è offerta, rivolta anche a chi sta fuori dalla tenda, perché non ne conosce o, forse, ne rifiuta le sicurezze. Il vento soffia anche al di fuori. Tutto il libro, d'altronde, è contro la tentazione di farci un Dio "prevedibile nella sua bontà", a nostra immagine e somiglianza.
Dal vangelo di Marco 2, 23-28
Un giorno che era sabato Gesù stava passando attraverso alcuni campi di grano. Mentre camminavano, i suoi discepoli si misero a cogliere spighe. I farisei allora dissero a Gesù:
- Guarda! Perché i tuoi discepoli fanno quello che la nostra legge non permette di fare nel giorno di riposo?
Gesù rispose:
E voi non avete mai letto nella Bibbia quel che fece Davide un giorno che si trovò in difficoltà perché lui e i suoi avevano fame? Accadde al tempo del sommo sacerdote Abiatar: come sapete Davide entrò nel tempio e mangiò i pani che erano offerti a Dio. La nostra legge dice che solamente i sacerdoti possono mangiare quei pani, eppure Davide li diede anche a quelli che erano con lui.
Poi Gesù disse ancora:
- Il sabato è stato fatto per l’uomo, e non l’uomo per il sabato. Per questo il Figlio dell’uomo è padrone anche del sabato.
Dal vangelo di Giovanni 4,19-24
La donna esclama:
Signore, vedo che sei un profeta! I nostri padri, Samaritani, adoravano Dio su questo monte; voi in Giudea dite che il posto per adorare Dio è a Gerusalemme.
Gesù le dice:
- Voi Samaritani adorate Dio senza conoscerlo; noi in Giudea lo adoriamo e lo conosciamo, perché Dio salva gli uomini cominciando dal suo popolo. Ma credimi, viene il momento in cui l’adorazione di Dio non sarà più legata a questo monte o a Gerusalemme; viene un’ora, anzi è già venuta, in cui gli uomini adoreranno il Padre guidati dallo Spirito e dalla verità di Dio. Dio è spirito. Chi lo adora deve lasciarsi guidare dallo Spirito e dalla verità di Dio.
COMMENTO DEL GRUPPO
Nella postfazione di Filippo si dice che il vento dello spirito soffia:
- dove vuole, spesso e volentieri fuori dalla chiesa, dal tempio, dalla tenda, cioè dai cosiddetti luoghi sacri, separati
- su tutti e non solo sugli addetti ai lavori, sui sacerdoti
Per il vento dello spirito non c’è distinzione di luoghi e/o persone: o meglio c’è: il vento dello spirito privilegia i luoghi e le persone senza recinzioni = sicurezze = sacralità
Nel vangelo del sabato si privilegia:
- la vita alla legge
- l’uomo al libro
La legge e il libro pongono dei confini, delle divisioni, delle separazioni tra coloro che rispettano le regole e quelli che non le rispettano
La vita e l’uomo rivendicano la condivisione per rispondere alle esigenze primarie e il diritto a prevalere sulla legge e sul libro
Nel vangelo della samaritana si afferma che:
- non ci sono luoghi sacri (separati) per adorare Dio: noi adoriamo sul monte, voi adorate a Gerusalemme
- Dio si adora in Spirito: importa non il luogo che può essere qualunque ma la disponibilità della persona a mettersi in gioco con Dio
Il sacro è abolito come luogo e come persona: tutti i luoghi sono uguali e tutte le persone sono uguali se c’è la disponibilità alla conversione
L’annuncio di Gesù non è annuncio del sacro: Gesù infatti ha abolito:
- il sacerdozio e quindi la separazione dei chierici dai laici (non ci sono più intermediari istituzionali tra l’uomo e Dio ma il rapporto tra uomo e Dio è diretto, aiutato se si vuole dalla comunità e dalla testimonianza dei fratelli
- la separazione tra “peccatori” e “giusti” (lui è venuto per i “peccatori” disponibili alla conversione, accettando anche i “giusti” se si convertono)
Sacralità
La sacralità è atteggiamento non esclusivamente legato alla religione: la legge sulla licenza di uccidere sposta il sacro dalla vita alla proprietà
La sacralità è incentrata sul sacrificio (fare sacro) per l’ espiazione del peccato facilitando così il passaggio dall’impuro al puro: la preoccupazione è per sé, per la propria salvezza, non per l’altro; la sacralità porta alla segregazione, alla separazione, al disinteresse per l’altro: per dirla con Belo la sacralità e all’antitesi delle preoccupazioni per il debito e dell’offesa nei confronti del prossimo, della conoscenza e dell’accoglienza dell’altro, delle tematiche della liberazione dell’altro, della riconciliazione, della solidarietà, della condivisione,
La sacralità crea divisione tra gli uomini e la divisione crea potere dell’uomo sacerdote o chierico sull’uomo non sacerdote o laico.
La sacralità si rivolge all’indietro, a ciò che è stato costituito, che viene visto come un assoluto non suscettibile di modifiche e quindi chiuso alla crescita.
Laicità
La laicità non significa essere “non credenti” ma “credenti”:
- senza gerarchie, confini, divisioni
- in continua ricerca per sé e per l’altro
Concludo con un episodio che ci è stato riferito di Gianni Novelli:
A chi gli domandava “Sei sacerdote?” rispondeva “Sono uno che tenta di essere cristiano”
Preghiera del gruppo
Signore, aiutaci a liberarci dalla presunzione di superiorità, a non considerare immutabili e assolute le nostre idee e i nostri progetti fino al punto di imporre agli altri le nostre scelte.
Signore, aiutaci a renderci disponibili al cambiamento, a non considerare immodificabili le nostre abitudini e i nostri riti fino al punto di escludere l’altro pur di mantenere le nostre sicurezze.
Signore, aiutaci a reagire al crescente disprezzo della vita umana, a non considerare sacre e intoccabili le nostre proprietà e i nostri confini fino al punto di uccidere l’altro per difenderli.
Per questo ti preghiamo… … Ascoltaci o Signore