Assemblea eucaristica 13
febbraio 2011
dignità e ribellione
Tutti
Ci riuniamo non per celebrare sacrifici ma per fare memoria dei gesti e delle parole di Gesù, nella rivelazione della sua testimonianza; ci riuniamo non in una chiesa ma in questo luogo di accoglienza per rendere visibile il nostro percorso di ricerca.
Intervento di
presentazione(*)
Ascoltiamo la parola così come i primi cristiani
l’hanno compresa ed è giunta a noi nel corso della storia.
Matteo 20-25,28
Ma Gesù li
chiamò intorno a sé e disse: “Come voi sapete, i capi dei popoli comandano come
duri padroni; le persone potenti fanno sentire con la forza il peso della loro
autorità. Ma tra voi non deve essere così! Anzi, se uno tra voi vuole essere
grande, si faccia servitore degli altri. Se uno vuole essere il primo, si
faccia servo degli altri. Perché anche il figlio dell’uomo è venuto non per
farsi servire, ma per servire e per dare la sua vita come riscatto per la
liberazione degli uomini”.
Luca 1-38
Allora Maria
disse: Eccomi, sono la serva del signore. Dio faccia con me come tu hai detto.
Ascoltiamo la parola così come essa ci interroga
attraverso i testimoni del nostro tempo.
Gianrico Carofiglio da ”La manomissione delle
parole” ed. Rizzoli, pag. 103
La ribellione
è il contrario dell’obbedienza ottusa, a ogni costo, della rassegnazione
all’ingiustizia, all’iniquità, allo squallore. E’ capacità di esercitare il ripudio
– dell’ingiustizia, dell’iniquità, dello squallore – che è sancito anche dalla
Costituzione. Ribellione è responsabilità,
autonomia, affrancamento. E’ rimedio contro la bruttezza, l’umiliazione, la
perdita di dignità.
La ribellione
è la via per la bellezza.
Interventi
Tutti, anche
come liturgia penitenziale
Ringraziamoci per l’ascolto reciproco, per le parole e per i gesti che compiamo a testimonianza
della nostra ricerca e come denuncia delle nostre inadeguatezze.
Tutti,
preghiera (Primo Mazzolari)
Signore, non ne posso più:
la mia resistenza è agli estremi,
la mia fede viene meno
sotto le prove che incalzano.
Non comprendo più niente.
Non mi abbandonare, Signore,
tu che conosci e sai tutto di me
e di questo povero cuore di carne.
Tienimi su il cuore,
e aiutami a superare l’angoscia
che spesso il male mi dà.
Rinsaldami la certezza
che niente va perduto del nostro
patire perché è tuo e ti appartiene
meglio di qualsiasi cosa nostra.
Aiutami a credere
che la tua misericordia
sta universalmente preparando
una giornata più buona per tutti.
Presentazione
della colletta
Tutti Canone
In questi giorni in cui
vogliamo testimoniare
la speranza della
ribellione e della dignità
vogliamo fare memoria del
piccolo gruppo di uomini e donne
che seguiva Gesù di
Galilea
e che, contro ogni
speranza
e contro le intimidazioni
dei potenti,
faceva tesoro di parole e
di gesti
che praticavano l’amore.
Così, con l’evangelista,
ripetiamo anche noi
che quando Dio darà i suoi
doni,
userà la misura che noi
avremo usato coi fratelli;
e ricordiamo il gesto di
condivisione con cui Gesù
spezzò il pane e lo
distribuì a coloro che avevano creduto in lui.
Allo stesso modo fece col
vino nella cena dell’addio.
Questo gesto sul pane e
sul vino,
le preghiere di
benedizione e il canto dei salmi della festa
accompagnino anche la
nostra vita:
che sia spesa senza
timidezze per la liberazione
degli ultimi della terra.
Amen
Padre nostro,
a volte sembri più lontano delle stelle, stai con
noi e aiutaci a realizzare quello che ci chiedi per far regnare pace e
giustizia fra gli uomini. Stai con noi nella vita quotidiana perché possiamo
aiutare chi si trova nel bisogno. Dacci oggi l’amore che riempie l’anima, abbi
misericordia di noi e insegnaci ad avere misericordia verso chi fa del male.
Sostienici nelle prove della vita, liberaci dalle nostre paure più profonde
perché tu sei fedele e noi sappiamo di poter contare su di te. Qui e ora.
Amen
Tutti
Facciamo tra noi gesti di pace e di amicizia
Mangiamo questo pane e beviamo questo vino perché
vogliamo condividere l’ansia della ricerca con chi si sente sulla strada e
cerca risposte.
Comunicazioni
e saluto: Andiamo
in pace e operiamo per la giustizia!
Presentazione(*)
Abbiamo voluto nel nostro gruppo che questa
eucarestia fosse segnata dagli avvenimenti di questi giorni: l’abbiamo
intitolata dunque dignità e ribellione
con riferimenti espliciti principalmente a quello che sta avvenendo in tutti i
paesi del Nordafrica e al degrado civile in cui è caduta anche l’Italia. In
particolare vogliamo vivere, come segni di speranza, sia le rivolte sanguinose
di Maghreb ed Egitto contro i faraoni delle democrazie ereditarie, che i
sussulti di dignità che, a partire dalle donne, vogliamo oggi esplicitare nelle
piazze di tutta Italia.
Ma come si possono dimenticare, anche in questi
giorni, le violazioni (con i risvolti drammatici che conosciamo) alla dignità
dei popoli rom e a quelle che il popolo di Haiti subisce nel contesto
drammatico del post-terremoto?
Con la circostanza, vogliamo anche proporre alla
comunità, senza alcuna pretesa di costituire un nuovo modello, ma solo a titolo
di sperimentazione e di ricerca, una struttura dell’eucarestia che si sforza
anche di raccogliere in positivo alcune critiche mosse da molti e in diverse
occasioni, sulla ripetitività di formule di preghiera troppo ritualistiche. E
quindi ci siamo misurati anche sul rischio, troppo spesso aggirato, di pregare,
tutti insieme, con parole che suonino più autentiche alla nostra sensibilità.
Ci aspettiamo dalla comunità pazienza e spirito
critico: pazienza perché il nostro è solo un primo tentativo, spirito critico
perché la correzione fraterna è una nostra legittima aspettativa.
I testi che vi proponiamo, senza ulteriori commenti
salvo questa breve presentazione, ci ricordano, attraverso Matteo, che l’esercizio
del potere politico si accompagna alla forza e che la logica della grandezza si
esplicita invece attraverso il servizio: quasi un’anticipazione del gesto della
lavanda dei piedi che, più volte in comunità, soprattutto attraverso le parole
del nostro Giovanni, abbiamo riconosciuto essere tanto significativo da
equivalere ad un gesto sacramentale. Abbiamo voluto aggiungere il versetto di
Luca perché ci sembra che proprio attraverso le parole di Maria, la sua
personale disponibilità, comincia la possibilità di una nuova storia
dell’umanità, segnata dalla legge dell’amore contrapposta a quella della forza.
L’altra lettura è invece tratta da un saggio che si
intitola “La manomissione delle parole”; sono parole di uno scrittore che è
anche un magistrato e questo non è casuale. L’autore ci dice che le parole
servono a comunicare e a raccontare storie. Ma anche a produrre trasformazioni
e cambiare la realtà; come sempre dovrebbero ricordare i cristiani. Ma quando
delle parole si fa un uso sciatto e inconsapevole o se ne manipolano
deliberatamente i significati, l’effetto è il logoramento e la perdita di
senso. Se questo accade, è necessario sottoporre le parole ad una manutenzione
attenta, ripristinarne la forza originaria, renderle di nuovo aderenti alle
cose. E le parole che Carofiglio ci propone per un recupero dell’autenticità
del loro significato sono: vergogna, giustizia, ribellione, bellezza, scelta.
Impegnamoci anche noi nel lavoro, duro ma
appassionante, di recupero di questa autenticità come ricerca precaria e
parziale di verità al servizio degli uomini e delle donne.