Assemblea Eucaristica del 2 aprile 2006

                           gruppo donne della Comunità di S. Paolo

 

Iniziamo con la preghiera che ogni buon mussulmano recita all’inizio delle sue 5 preghiere quotidiane.

Nel nome di Dio, il Compassionevole, il Misericordioso.

La lode appartiene a Dio, Signore dei mondi,

il Compassionevole, il Misericordioso,

Re del giorno del giudizio.

Te noi adoriamo e a Te chiediamo aiuto.

Guidaci sulla retta via.

 

Canto: “Metti in circolo il tuo amore” pag. 46

 

Credo: dal libro di Juan Arias: “Il Dio in cui non credo”.

uomini:

Non credo in un

Dio che ami il dolore

Dio che metta la luce rossa alle gioie umane

Dio che non si lasci dare del tu

Dio che giochi a condannare, mandi all’inferno e non sappia aspettare

Dio che adorano quelli che sono capaci di condannare un uomo.

            donne:

            Credo in un

Dio che è tutto ciò che la donna ama

Dio che è nascosto come un desiderio silenzioso di infinito

Dio che nessuno può comperare perchè non ha prezzo

Dio che sa riempire di luce ciò che è più in ombra

            Dio che si dà con abbondanza come il sole  e l’aria.

uomini:

Non credo in un

Dio che esiga dall’uomo, perchè creda, di rinunciare ad essere uomo.

Dio che non accetti una sedia nelle nostre feste umane

Dio onorato da quelli che vanno a messa e continuano a rubare e calunniare.

Dio che non possegga la generosità del sole che bacia quanto tocca:

i fiori e il concime

Dio che giustifichi la guerra

            donne:

            Io credo in un

Dio che dice alla Samaritana: “Hai bisogno di qualcosa che sia sempre diverso, nuovo, che non ti rimanga piccolo”

            Dio che ha la freschezza dell’alba e che si possa pregare sulle spiagge

            Dio sempre giovane perchè sa leggere la bontà che nascondono le cose

            Dio che salva chi non l’ha conosciuto, ma lo ha cercato e desiderato

            Dio che preferisce l’amore alla purezza

 

Prima lettura:

Geremia 31, 31-34

Ecco verranno giorni - dice il Signore - nei quali con la casa d’Israele e con la casa di Giuda io concluderò un’alleanza nuova. Non come l’alleanza che ho concluso con i loro padri, quando li presi per mano per farli uscire dal paese d’Egitto, un’alleanza che essi hanno violato, benché io fossi il loro Signore. Questa sarà l’alleanza che io concluderò con la casa d’Israele dopo quei giorni, dice il Signore: porrò la mia legge nel loro animo, la scriverò sul loro cuore. Allora io sarò il loro Dio ed essi il mio popolo. Non dovranno più istruire gli uni gli altri, dicendo: “Riconoscete il Signore” perchè tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande, dice il Signore; perchè io perdonerò la loro iniquità e non mi ricorderò più del loro peccato.

Parola ispirata da Dio

 

Commento:

Geremia pare che parli oggi a chi si chiama cattolico e pensa d’essere cristiano.

Verranno giorni dice il Signore nei quali ....

La legge, dice il Signore, la porrà nei nostri cuori e solo allora Egli sarà il nostro Dio e noi i suoi credenti. “Non dovranno più istruire gli uni gli altri”, dice il Signore, perchè Egli sarà nei nostri cuori, ognuno/a il suo, ognuno/a diverso dall’altro/a come Lui ci ha creati, ognuno/a riconoscerà a modo suo dal più piccolo al/la più grande poichè Egli perdonerà le nostre iniquità e non si ricorderà più dei nostri peccati.

Verranno giorni nei quali .... Inshallah! (se Dio vuole) vengano presto quei giorni!!!!

 

Seconda lettura: dal Vangelo di Nicodemo

Abbiamo scelto questo brano perchè ci è piaciuto vedere Maria come una donna e madre “normale”. Ella sta diventando cieca e  viene a sapere da Giovanni che stanno per uccidere suo figlio. La reazione della madre è descritta come quella che una qualsiasi donna orientale reagirebbe anche ai giorni nostri. Forse se la chiesa gerarchica avesse permesso di pensare a Maria come una normale donna, molte, moltissime di noi si sarebbero identificate con lei e avrebbero potuto esprimersi senza essere ridotte al silenzio e avrebbero trovato nel suo esempio la forza di sopportare la propria sorte,  come lei ha fatto.

 

Apparecchiata la croce, gliela diedero e cominciarono a camminare. Gesù giunse  fin presso la porta della città. .....Veniva dietro anche uno dei suoi discepoli: Giovanni. A questo punto, allontanandosi di corsa, va dalla madre di Dio e le dice: “Perchè sei rimasta qui e non sei andata a vedere quello che succedeva?”

“Che cosa è successo?” – domandò essa.

Ed egli, piangendo a calde lacrime e sospirando senza fine, disse: “Stanno conducendo via il tuo amatissimo figlio, mio maestro, per crocifiggerlo, e renderanno deforme la sua bellezza, fiorente sopra  tutti i figli degli uomini”.

Udendo questo, la madre di lui gridò a gran voce e disse: “Figlio mio, figlio mio! Che cosa mai hai fatto di male perchè ti conducano a crocefiggerti?”

Si levò, come intontita, e corse nella strada piangendo. Si unirono a lei anche altre donne: Marta, Maria Maddalena e Salomè e altri giovani. E c’era con lei anche Giovanni. Quando giunsero in mezzo alla folla, la madre di Dio disse a Giovanni:  “Dov’è mio figlio?”. Dice Giovanni: “Vedi quello che porta la corona di spine ed ha le mani legate?”. Udito ciò, e vedutolo, la madre di Dio svenne e cadde a terra riversa, e giacque piuttosto a lungo, mentre le donne che l’accompagnavano stavano attorno a lei, piangendo. Quando poi rinvenne e tornò in sé, correndo come una leonessa incalzata dal cacciatore e strappandosi la veste, disse: “Fatemi largo, uomini, perchè io possa andare a gettarmi al collo del mio agnello! Datemi modo, o uomini, che io possa fare il lamento per il mio adorato figlio, l’agnello dell’anima mia! Datemi modo, o uomini, che io possa essere vicina alla fronda nutrita con il latte del mio seno! Datemi modo, o uomini, che io possa guardare e piangere il dolcissimo figlio mio!”

Poi battendosi il petto, gridava dicendo: “Ahimè, ahimè, dolcissimo figlio, luce dei miei occhi, re di ogni cosa! Ahimè, ahimè, come posso resistere a guardarti appeso alla croce? Ahimè, ahimè, questo fu dunque il lieto annuncio di Gabriele? Orsù, compiangete tutti l’anima mia trafitta nel vedere il mio dolcissimo figlio unigenito condotto alla croce come un agnello innocente, con le mani legate come un condannato, condotto a morte come un ladrone in mezzo a ladroni, lui, che ha aperto come una cortina il cielo! Ora ascoltate, popoli, nazioni e razze, quale ingiusta morte hanno dato a mio figlio!”

Poi di nuovo diede un acutissimo grido e disse: “Figlio mio, figlio mio dolcissimo! Dov’è scomparsa la bellezza del tuo aspetto? Come sopporterò di vederti soffrire in tal modo?”. E così dicendo  si lacerò il viso con le unghie e si batté il petto. “A che sono servite – disse – le buone opere che hai fatto in Giudea? Che male hai fatto?”

Pertanto i Giudei, avendo visto che ella piangeva e si lamentava a quel modo, accorsero per allontanarla dalla via, ma essa non volle andarsene. Rimase, invece e disse: “Uccidete prima me!”..........

 Dopo la crocifissione essa disse rivolgendosi all’arcangelo:  “O Gabriele, dove sei, perchè io possa discutere con te? Questo è l’augurio che tu mi hai rivolto?  Perchè non mi hai detto già allora dei martirii senza misura del mio dolcissimo e dilettissimo figlio e dell’ingiusta morte del mio unigenito? ......perchè non mi hai parlato dell’indicibile, straziante distacco dal mio miserevole figlio e dell’ottenebramento dei miei occhi, privati della luce? Perchè non mi hai parlato allora dell’insidiosissimo tradimento da parte del subdolo e iniquo Giuda, discepolo e traditore? O Signore, abbi pietà! Perchè i miei occhi, offuscati e ottenebrati, vedono un simile supplizio del mio dolcissimo e miserevole figlio? Ahimè, ahimè figlio mio adorato! Dove posso fuggire e dove trovare scampo? E come apparirò agli uomini che diranno: questa è la madre di colui che fu dolorosamente condannato e che era chiamato re e figlio di Dio! Che sarà di me senza di te?”

Allora Gesù rivolto lo sguardo alla madre, vedendo ritto presso di lei il discepolo prediletto Giovanni, che piangeva insieme alle altre donne, disse alla madre: “Donna, ecco tuo figlio!”.  Poi dice a Giovanni: “Ecco tua madre!”.

Ed ella piangendo disse: “Per questo piango, figlio mio: perchè ti hanno condotto ad un’amara ingiusta morte. Così essi hanno creduto, ma la tua morte, figlio mio, è santa e giusta, e sarà riconosciuta salvezza del mondo intero. Senza di te, figlio mio che sarà di me? Dove sono i tuoi discepoli che si vantavano di voler morire con te? Dove coloro che sono stati risanati da te? Perchè non si è trovato uno che ti aiutasse?”

Poi rivolta alla croce disse: “Chinati, croce, in modo che io possa abbracciare e baciare mio figlio, il frutto delle mie viscere, il germoglio del mio cuore che dopo che ho nutrito con questo seno non ho avuto la gioia di vedere adulto! ... Ormai anch’io morirò con te!”.

Udendo queste parole, i giudei si fecero avanti e allontanarono sia lei, sia le donne e sia Giovanni. Allora la santissima, mandato un alto grido disse: .......”O madri tutte, fate cordoglio con me, popoli tutti e nazioni! Ho serbato la verginità per non incontrare i dolori delle madri, e invece ho superato tutte le madri nei pianti e nei gemiti”..................

Maria Maddalena disse piangendo: “Ascoltate, popoli, nazioni e razze, e apprendete con quale morte hanno ricambiato gli innumerevoli benefici loro fatti! Ascoltate e meravigliatevi! Chi farà udire queste cose per tutto il mondo? Io, sola. Andrò a Roma, da Cesare, e gli riferirò quale delitto ha commesso Pilato, per dar retta agli empi Giudei”!

 

LETTERA DI CESARE AUGUSTO A PILATO

 

“Dal momento che, abusando del tuo potere e agendo ingiustamente, hai condannato a morte Gesù Nazzareno e, prima della sentenza di morte l’hai consegnato agli implacabili Giudei, e non hai avuto pietà di questo giusto, ma intingendo la penna hai scritto un iniquo verdetto e lo hai flagellato e dato da crocifiggere, sebbene innocente, ricevendo doni per la sua condanna... Si è infatti presentata da me una donna di nome Maria Maddalena, che dice di essere una sua discepola. Essa testimonia che egli ha operato miracolose guarigioni, ha fatto vedere i ciechi, camminare gli storpi, udire i sordi, purificati i lebbrosi.  E a dirla chiaramente - come essa assicura - compiva queste guarigioni solo con la parola”.

 

Commenti alle letture

 

Momento penitenziale:

 
“Il coraggio del perdono”- Sufi di Alì Amin

Signore, non lasciare che io diventi

vittima dell’orgoglio quando vinco,

o della delusione quando fallisco.

Signore,

fammi capire che l’essere disposto a perdonare

è uno dei più grandi segni di forza;

che il desiderio di vendetta

è una delle manifestazioni della debolezza.

Signore,

se ho ferito il mio prossimo, dammi il coraggio di chiedere scusa;

se qualcuno mi ha fatto del male, dammi il coraggio del perdono.

Signore,

se mi dimentico di Te, Tu non scordarti di me!

 

Canto alla colletta:  “Grazie alla vita”  pag. 26

 

Canone n. 27: “Maria e le altre donne” (si canta il Magnificat)

 

Canto alla comunione: “Vorrei dirtelo” pag. 81

 

Preghiera finale:

 

Benedizione irlandese

Possa la strada venirti incontro

Possa il vento soffiare sempre alle tue spalle

Possa il sole brillare caldo sul tuo viso

Possa la pioggia cadere sui tuoi campi

E sino a quando non c’incontreremo di nuovo

Possa Dio tenerti sul palmo della Sua mano.